Mantova, Italia, 1976, vive e lavora a Venezia. Co-fondatrice di Spazio Punch, Venezia, Italia. Direttrice artistica dal 2011 al 2015 www.spaziopunch.com Collaboratrice di Yellow artists run space www.yellowyellow.org Collaboratrice di Atrii_Sezione Piani www.atrii.it lucia.veronesi@gmail.com
NONOSTANTE IL PENSIERO
Tessuti, tessuti stampati, plastica, filo, cinghie, fibbie, zip. Dimensioni varie Un centinaio di macchine da cucire occupano una parte dell’ampio capannone. Sono sovrastate da tubi, strutture metalliche, molle sospese, tubature argentate. I ferri da stiro si alternano alle macchine, alle relle per abiti dove insieme ai capi sono appesi i cartamodelli. C’è un caos ritmico, una leggerezza scomposta. Nonostante il pensiero nasce durante una residenza per artisti, Materia, all’interno di un’azienda che confeziona abiti di alta qualità e che mi ha messo a disposizione materiale e spazio per lavorare. La serie di teli e sculture nasce dal semplice desiderio di lavorare con quella leggerezza e libertà che lo spazio mi ha suggerito. È un lavoro istintivo: il pensiero rimane sospeso, il fare è più veloce, lo sorpassa senza farsi troppe domande. Nonostante il pensiero prosegue un lavoro sui tessuti iniziato nel 2019. La scelta di lavorare anche con questo materiale e di affiancarlo alla costante realizzazione di collages su carta, è stato un passaggio naturale e necessario che ha aumentato l’ampiezza dei lavori e rafforzato la loro relazione con lo spazio.
ALL FROM TWO
All From Two è una collaborazione tra Paul Burn (New York, 1978) e Lucia Veronesi (Mantova, Italia, 1976) iniziata nel 2019. Il loro processo è intuitivo e si basa su conversazioni e negoziazioni di posizioni estetiche divergenti. Le forme risultanti sono ibridi attentamente studiati, nati da queste improvvisazioni subconscie e giocose.
MATTIA BERTOLO
L’artista è nato a Vicenza, Italia, nel 1992, e vive e lavora a Berlino. Si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, laureandosi nel 2017.
Per questo progetto, Lucia Veronesi e Paul Burn, lavorando come gruppo ALL FROM TWO, hanno indagato la natura della generosità e della filantropia. Hanno sviluppato una serie di segni basati su semplici gesti delle mani che implicano diverse transazioni economiche.
Utilizzando i tessuti della fabbrica, le opere colorate richiamano i grandi dipinti modernisti e gli stendardi politici. Le opere risultanti, parte del progetto “The One Percent For Art”, sono destinate a essere scambiate al tasso dell’1% del patrimonio netto dell’acquirente. Questa donazione non invasiva è pensata per finanziare una prassi artistica che funzioni come un modello dignitoso di economia non vincolata ai dettami del capitalismo.
Mattia Bertolo ha trasformato il suo studio in un campo di sopravvivenza. Sta sviluppando un motivo di design interdisciplinare che rende omaggio all’architettura vernacolare e ai grandi movimenti modernisti. La sua pratica interdisciplinare esplora la nostra realtà in rapido cambiamento e i nostri modi di sopravvivere.
Giuseppe Fontana è nato a Salemi nel 1995. Si è laureato in Pittura presso le Accademie di Belle Arti di Firenze e Venezia. Vive e lavora a Berlino, dove prosegue la sua ricerca artistica indagando le correlazioni tra il mondo operaio e la pittura.
Giuseppe Fontana (Salemi, 1995), durante la sua recente permanenza di quattro mesi nel laboratorio di Materia, ha colto l’invito lanciato dal progetto attraverso la realizzazione di 90 opere su carta, allestite su scaffali vetrati e appendiabiti già̀ presenti all’interno di Confezioni Grazia, creando un dialogo tra elementi modulari e trasparenze che non si esplica solo a livello visivo e cromatico ma anche, consapevolmente, materico.
Ispirandosi all’intero processo produttivo dell’azienda e considerando i diversi passaggi necessari alla realizzazione di un capo, Fontana si è concentrato soprattutto sulla fase del taglio, paragonabile, secondo l’artista, alle “eterotopie” teorizzate dal filosofo francese Michel Foucault, in quanto anch’esso spazio eterogeneo e di passaggio che travalica la quotidianità̀ dei luoghi in cui abitiamo e, perciò̀, ambisce ad essere uno spazio di relazione. In particolare, per Materia Fontana ha deciso di riprendere un passaggio foucaultiano in cui la vita viene paragonata ad uno spazio quadrettato, ritagliato, variegato, con zone luminose e zone buie, dislivelli, scalini, avvallamenti e gibbosità (1966). L’esposizione dei lavori è stata inoltre integrata da un bouffet appositamente pensato per relazionare esteticamente con la mostra e realizzato da una lavoratrice di Confezioni Grazia, Angelisa Berta, la quale ha preso parte al processo ideativo dell’esibizione.